Il Salone Moriello del Padiglione Monumentale del Cardarelli di Napoli si è trasformato in una pinacoteca per l'evento “La Bellezza Ritrovata”. Durante il vernissage, sono stati presentati al pubblico tre capolavori del Seicento e Settecento napoletano, restaurati grazie al progetto “Memoria e Futuro”, realizzato da OCRA - Opere di Conservazione e Restauro d'Arte, con il sostegno di CSA Spa e BCC Napoli, che hanno finanziato il restauro.
Un viaggio nel tempo che ha permesso di riscoprire “L’incoronazione della Vergine", "La Sacra Famiglia a tavola con sant’Anna" e "La Madonna del Pensiero", opere che, dopo centinaia di anni, sono tornate a risplendere. I dipinti sono stati svelati dal direttore generale Antonio d’Amore e illustrati dal funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Rosa Romano, presente per l'occasione, che ha sottolineato il valore dell'iniziativa non solo per la conservazione del patrimonio artistico, ma anche per la promozione della cultura e della storia della città.
Il progetto "Memoria e Futuro" non si ferma qui. In programma nuovi bandi di sponsorizzazione e interventi di restauro su altre opere, tra cui tele, sculture e manoscritti centenari appartenenti al patrimonio ospedaliero del Cardarelli.
Il direttore generale del Cardarelli, d’Amore, ha spiegato l’importanza di questo progetto per la città. “Ci sono ancora tantissime opere che aspettano di rivedere la luce – ha dichiarato – molte delle quali custodite nel museo di Capodimonte. Stiamo lavorando per chiedere la restituzione di questi capolavori, un tempo presenti nelle corsie dei vecchi ospedali napoletani, affinché possano tornare a raccontare la storia di vicinanza alla sofferenza dell’uomo. Vogliamo restituire alla città e ai cittadini una parte importante del nostro patrimonio artistico”.
Il patrimonio artistico del Cardarelli
Nel 1934 l’ospedale Cardarelli aprì le porte alla città; la nuova struttura ebbe in eredità il prezioso patrimonio di competenze e cultura clinica di tanti ospedali cittadini che da centinaia di anni si prendevano cura dei napoletani. A questo lascito immateriale si associò il passaggio di beni e opere d’arte provenienti dai tanti ospedali cittadini che erano in attività fin dal 1600.
Nel 1980, a seguito del terremoto, molti di questi beni vennero trasferiti al Museo di Capodimonte per garantirne sicurezza e conservazione. Oggi il Cardarelli ha ancora in alcune sue stanze opere d’arte centenarie che, al di là del valore intrinseco, rappresentano un’importante testimonianza di una cultura ospedaliera che è giusto tramandare.